22/10/17

IL DESTINO DELL'ANIMA E LA RICERCA DELLA PURIFICAZIONE

Pitagora era mosso dal desiderio di tracciare una via di purificazione per l'anima, concepita come principio divino e immortale imprigionato nel corpo per colpa originaria. Si tratta di una dottrina ripresa dall'orfismo, un movimento religioso molto diffuso in Grecia e si ispirava al mitico poeta Orfeo. Gli orfici ritenevano che, dopo la morte, l'anima fosse destinata a reincarnarsi fino all'espiazione delle proprie colpe. Era però possibile interrompere questo lungo ciclo delle rinascite in corpi sempre diversi attraverso pratiche o riti di purificazione, permettendo all'anima di tornare presso gli dei. Pitagora si concentra nello studio dei mezzi per ottenere la liberazione dell'anima dalla vita materiale; tali mezzi sono da lui individuati in una prassi di vita ascetica, e implica l'obbedienza a precetti molto severi come l'astenersi dai rapporti sessuali o da particolari cibi, sottoporsi a riti di espiazione e abluzioni corporali e l'esercizio della filosofia. Quest'ultima è considerata come la via per la salvezza perché tramite la ricerca e la conoscenza conduce alla contemplazione dell'ordine che regna l'universo.

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